martedì 24 marzo 2020

Pasquale Palma quando la parodia corre in rete. L' Intervista Vip





Ciao Pasquale, di recente ti abbiamo visto nei panni di Morgan, artista che hai imitato. Com’è nata questa idea?
“Inizialmente doveva essere un video per il web, che è piaciuto alla redazione di Barbara D’Urso. Avendo Morgan come ospite, in una delle tante domenica di Live, questo video è stato mostrato anche a lui. E’ un progetto web. E’ una sua parodia, che rientra nell’elenco di personaggi che io, già da un po’ di tempo, sto parodiando. L’ultimo è stato Morgan con il caso di Bugo, in precedenza c’era il Papa con la signora cinese che lo strattonava. A cadenza mensile faccio un video, anche grazie all’aiuto di un make up straordinario. C’è un lavoro di trucco. Il progetto è nato come divertimento, partito un anno fa con la parodia di Tony Colombo nel periodo del suo matrimonio e delle polemiche che ne sono derivate. Da divertimento si è trasformato in un marchio di fabbrica e abbiamo continuato su questa linea”.
So che ti sei appassionato alla recitazione guardando ai grandi artisti del passato come Totò, Sordi… Cosa ti ha affascinato di loro?
“Quando vedevo questi mostri sacri, in cui includo anche Benigni e Troisi, avvertivo qualcosa. Mi ricordo anche che non mi hanno portato i miei genitori a vedere questi film. Ero io, mentre facevo zapping, che dicevo ‘vorrei vedere quello là’ e magari era Totò. Credo che si debba partire dal cinema vero, quello alto, quello bello… questi artisti mi hanno dato il coraggio di provare a fare anche io delle cose, con la televisione, con il cabaret, con il teatro e tutto quello che faccio e che spero di fare sempre meglio, sempre guardando questi grandi. Non facendo paragoni, certo, ma non distaccandomi di tantissimo dalle cose che mi piacciono”.
Quali sono state le tue prime esperienze d’attore?
“Ho incominciato con l’animazione nei villaggi turistici. Da piccolo ero timido, nei villaggi ho avuto l’occasione di essere più socievole. Ho poi fatto teatro in compagnia piccole, finchè non è arrivato Made in Sud, il programma che mi ha dato l’opportunità di farmi conoscere dal pubblico, di sperimentare tantissimi personaggi, di girare locali, teatri, piazza. E’ stato un background fondamentale per me, anche umanamente. Dopo ho iniziato a fare anche un po’ di cinema, che poi è anche quello che forse mi interesserebbe anche di più. Ho lavorato con Alessandro Siani in Si Accettano Miracoli, sono stato nel cast del film d’esordio degli Arteteca. E devo anche citare San Valentino Stories, con Gigi e Ross, Denise Capezza di Baby. Sono esperienze che servono tantissimo. Speriamo di continuare a fare. Io non sto mai fermo. Anche quando non lavoro cerco di migliorarmi, di guardare, di studiare”.
Non escluderesti nemmeno un eventuale impegno in qualche fiction televisiva?
“Assolutamente no. E’ un periodo dove sto cercando di modificare quello che ho fatto finora. Vengo da 10 anni di televisione, cabaret… ma mi piacerebbe sterzare un po’ verso qualcos’altro. Anche perché uno cresce, cerca di esprimersi in un altro modo, che sia il cinema, il teatro… e perché no, una fiction. Sto incominciando a fare dei provini in quel senso, anche per non farmi vedere soltanto come il comico”.
Torniamo un attimo a Made in Sud. Tra i tanti personaggi che hai interpretato ce n’è uno che la gente ricorda con più affetto?
“Il primo, Vivo D’Angelo, il fan sfegatato di Nino D’Angelo che è rimasto negli anni ’80. Mentre il secondo si è evoluto, il primo non ha voluto accettare il cambiamento di Nino e continua a girare col caschetto, col giubbino in jeans. E’ insomma legato a quel D’Angelo dei film. E’ un personaggio che mi ha dato la possibilità di arrivare al pubblico, ma ne ho nel cuore anche altri come Eddie Scampia, il neomelodico che lancia il tormentone Tutto Apposto e che è convinto, da megalomane, di essere un profeta come Dante e Leopardi. Anche Tony Colombo è diventato un mio cavallo di battaglia, perché nessuno ancora aveva osato imitarlo. Vivo D’Angelo resta però comunque quello che la gente associa di più a me”.
Nel tuo curriculum c’è anche un musical…
“Sì, con Sal Da Vinci e la regia di Alessandro Siani. Si intitolava Stelle a Metà, c’erano tanti cantanti e ballerini molto bravi. C’era un cast molto forte. Erano anni, dopo Scugnizzi, che non arrivava un bel musical napoletano. Era un modo che ho usato anche per me, per stimolarmi, per fare altre cose e non limitarmi a Made in Sud. E’ sempre bello provare altre esperienze”.
Cosa sogni per il tuo futuro?
“Di continuare ad esprimermi come sto facendo. Adesso sto preparando un cortometraggio che si allontana un po’ da come mi conosce il pubblico, ma voglio misurarmi in più cose. Il mio sogno principale è forse quello di fare un ruolo da cattivo, che lasci il pubblico spiazzato. Per me il gioco dell’attore è buttarsi in ruoli distanti da quello che si è. Mi reputo un attore che predilige il genere comico, ma siccome uno ha una verità all’interno, può provare a vedere se quella verità è più seria, grottesca. Non bisogna far ridere per forza. Se si fa ridere bene, altrimenti si trasmettono altre sensazioni”.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Non sono un tipo che fa sport o ha altri hobby di questo genere. Mi piace leggere e vedere i film al cinema. Appena esce mi piace andare a vederlo in sala, al buio con lo schermo grande insieme ai miei amici. Mi piace suonare, scrivere canzoni, divertirmi e stare in mezzo alla gente. Il mio hobby è vivere, ecco

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